Alcune riflessioni personali emerse (e raccontate) durante il corso Scrivere Climate Fiction. Dall’ansia collettiva all’immaginazione radicale tra horror post-apocalittico e sci-fantasy tenuto da Claudio Kulesko per la Scuola Capitale Sociale.
Indice
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🗓️ 19/03/2025
#1 Il primo approccio
Il cambiamento climatico c’è sempre stato; era tra le ossessioni di mio nonno da prima che io nascessi. Ma siccome le sue ossessioni erano ingestibili, si imparava a farsele scivolare addosso senza ascoltare neanche una parola.
Diverso per Scarabino, cioè il professore di matematica e fisica della quarta e quinta liceo; giovane, sui trentacinque, ma decisamente moderato. È importante che fosse moderato (adesso aggiungerei un po’ depresso, anche questo mi pare importante), perché lo faceva sembrare molto autorevole, una voce di mezzo tra quella comunista della prof di storia e filosofia e la cariatide imperiale di inglese.
Mi ricordo Scarabino che spiega fisica, aula LIM al pianterreno, quella che sembra un ospedale. Siamo arrivati alla vita delle stelle: protostella, nana bruna, nana rossa, gigante rossa, gigante blu… poi supernova (qui sei in estasi) e infine buco nero (qui ti sale l’ansia). Peccato che nella tua vita non avrai mai l’opportunità di vedere lo spettacolo dell’esplosione di una supernova come è successo a Tyco Brahe, o sapere cosa c’è oltre l’orizzonte degli eventi. Torniamo a noi, sul grafico proiettato in LIM: il nostro Sole è piuttosto giovane, ha circa 4,5 miliardi di anni. Una stella delle sue dimensioni non esplode, è probabile che si esaurirà in una nebulosa di gas, ma non prima di essere passato per una gigante rossa — che significa che è destinato a mangiarsi tutto il Sistema solare, inclusa ovviamente la Terra. Triste finale, mangiati dal Sole che mi stava anche simpatico. Triste perché, come per la supernova e tutte le cose cosmiche, tu non puoi farci niente.
A questo punto Scarabino deve aver colto un filo di amarezza, e ci tiene ad aggiungere che non c’è da preoccuparsi: la scienza dice che l’umanità si estinguerà molto prima della gigante rossa. Motivi: esaurimento delle fonti d’acqua dolce, desertificazione, aumento delle temperature, buco nell’ozono (sic!), guerre civili, incidenti nucleari, innalzamento dei mari, patogeni di ogni tipo o tutto questo insieme. Detto da uno pacato come Scarabino, che ti fa calcolare la probabilità con cinque cifre decimali, sembra non dico una certezza, ma qualcosa su cui “la scienza” ha riflettuto parecchio. Tipo una brutta diagnosi, non lo dici a voce alta se non sei sicuro.
Tendenzialmente comunque sono le conseguenze del cambiamento climatico, cosa che io sapevo già, perché evidentemente il piano di non ascoltare neanche una parola di mio nonno è riuscito peggio di quanto credessi. Sapevo anche che era una cosa importante. Ma così importante da rubare il ruolo apocalittico alla fusione di una stella? Poi te lo dice uno che spiega eventi cosmici, cose che si possono solo calcolare con un po’ di decimali e dire: e va be’, andrà così. Però quando sei adolescente, e a volte anche dopo, lo ascolti e pensi: ma deve proprio?
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🗓️ 21/03/2025
#2 Due possibili revisioni (pettinate) del primo approccio
In uno spazio di narrazione più immediata che sincera c’è (a quanto pare) bisogno di pettinare anche l’autobiografia. Due direzioni in cui sarebbe eventualmente possibile andare sono queste:
- Un’istantanea mentale di un luogo emotivo, una sorgente che si chiama Gorgazzo, sotto le Alpi Giulie, che al mio ritorno è inaspettatamente in secca.
- Quella volta che a Torino pioveva e grandinava furiosamente ogni giorno da una settimana, stavo rintanato sotto la tenda da sole di un negozio in via della Consolata e improvvisamente un tombino lungo la strada è esploso.