Sono tornatə a questo libro dopo quello che mi sembra molto tempo. Dopo che si era legato, suo malgrado, a ricordi molto sgradevoli.
Il Golem è un’opera in versi, forse è a tutti gli effetti un’opera di poesia, nonostante io non riesca a fare a meno di leggerci dentro un’opera narrativa, per certi aspetti filosofica anche. È una filosofia della carne e del fango. Ma non voglio parlarne, perché sono convintə che la cosa migliore che si può fare per capire una poesia è leggerla, anche se a volte sembra di non capirla per niente (questo è il caso de Il Golem).
Piuttosto mi ha sorpresə come, rileggendolo, ho trovato in me stessə unə lettorə più “laicə”, con una prontezza ad adattare lo stile di lettura (“poetico”, “narrativo”, “filosofico” ecc.) al solo testo che ho di fronte, con poche aspettative e pochi pregiudizi. Penso che, in generale, sia un buon modo di approcciarsi a una lettura.